Klara Rubino
- 03/01/2018 20:16:00
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Un testo spettacolare: è un realismo che per chi voglia potrebbe diventare simbolico, ma a me piace così tanto la descrizione del lambientazione in cui avviene questo evento, che è un non- evento poiché lo precede e non si sa cosa poi accadrà ( sospensione in sintonia col paesaggio reso sospeso dalla neve ) che scelgo di non cercare altri significati latenti. Noto la risonanza tra le tracce cancellate dalla neve ( sono quelle che luomo razionale solitamente cerca) e la certezza della presenza delluomo da parte dei cervi, che non esitano a fidarsi del loro intuito. È Così per atavico intuito che sentono luomo un nemico, nemico perché così diverso, non in sintonia con lambiente intorno, sempre in smania di trovare qualcosa, di impossessarsi di qualcosa, un bene da consumare e probabilmente per svago.
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Franco Bonvini
- 03/01/2018 13:38:00
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Non sempre. Io ne ho incontrato un una volta, e ero pure armato, (di guardia a una polveriera in mezzo ai boschi di Ugovizza tanto tanto tempo fa). Non tremava e non so cos ha fiutato in me ma dopo un eterno po ha fatto uscire il suo cerbiatto dal bosco per attraversare il vialetto.
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